13 luglio 2008

Vigliacco!

Vigliacco

Sono un vigliacco. Un vigliacco perché associo alle vuote parole retoriche di uno dei tanti politicanti che approvano le "guerre umanitarie" il volto di un ragazzo della mia età, morto in maniera tragica a causa delle scelte fatte da quelli che non mancheranno poi di "stringersi idealmente intorno alla sua bara".
Sono un vigliacco perché faccio notare che ad andare in guerra si rischia di morire. Perché oso solo pensare che una missione militare spedita a difendere gli interessi economici degli Stati Uniti non sia esattamente "qualcosa di concreto per migliorare il mondo". Oltre al coraggio e all'onore, mi manca insomma anche il pudore!

Esprimo le mie idee sulla pelle della gente? Cerchiamo di essere onesti: ho pubblicato su un blog una poesia, non ho ammazzato nessuno. Quelli che mandano la gente a morire, per poi presentarsi in prima fila, commossi, ai funerali, pronunciando senza pudore le loro boiate a proposito di "eroi della pace", quelli sono i veri vigliacchi.

La parola vigliacco deriverebbe secondo alcuni da Valachus, valacco, sarebbe cioè l'adozione nel vocabolario corrente di un insulto razzista. O forse solo "vagamente razzista", come scrive un altro simpatico e anonimo commentatore che mi dà del "radical schick" (che poi si scriverebbe radical-chic). Ebbene, da bravo intellettuale di sinistra che vive nella sua torre d'avorio, vi lascio riflettere sulle note di questa vecchia canzone...