18 maggio 2006

Spago sulla mia valigia non ce n'era

Sulla Panda stracarica, con tanto di bicicletta smontata, computer e piantine varie: l'ennesimo viaggio Firenze-Ginevra, stavolta in macchina. Emigrante di lusso nella Svizzera Verde.

Macchina con bicicletta

Fuga cervello
Cervello in fuga
È il famoso fenomeno della fuga dei cervelli. È un problema grosso, in Italia. Il cervello di Rutelli, ad esempio, lo stanno cercando da anni... nessuna traccia!
È SCAPPATO RUTELLI
A parte gli scherzi, in questi tempi di lavoro precario e sottopagato, mi sento decisamente un privilegiato. Il collega spagnolo (non Pablo, ma Héctor!) racconta che in Spagna si parla della generazione dei mileuristas, che El País descrive così:
Tra i venticinque e i trent'anni, hanno finito l'università e sanno le lingue. Tuttavia non sono arrivati dove pensavano. Dopo anni di studio riescono a trovare nel migliore dei casi posti di lavoro in cui si guadagna, quando va bene, un massimo di mille euro al mese (da cui mileuristas). Vivono in appartamenti condivisi (ma in Italia direi ancora a casa dei genitori), non possono permettersi l'automobile, una casa o di farsi una famiglia.
Soprattutto nel campo delle tanto sbandierate nuove tecnologie le possibilità di lavoro nascondono dietro a nomi altisonanti come consulting una triste realtà: vengono proposti incarichi di bassa manovalanza e con ben poco d'innovativo, come se un ingegnere edile si ritrovasse a collocare i mattoni!
Ecco le possibili vie di uscita, secondo Héctor:
  1. Diventare un mileurista (ma in Italia anche meno) e aspettare tempi migliori
  2. Continuare a studiare e aspettare tempi migliori, però imparando nel frattempo cose nuove
  3. Mettersi in proprio, sfondare e dimostrare quello che vali (ipotesi sbandierata dai berlusconiani ma in realtà poco praticabile)
  4. Andarsene dalla Spagna (o dall'Italia)
  5. Cercare un qualche aggancio per riuscire ad entrare in un buon posto, fare poco o nulla e vivere di rendita (ipotesi per chi non ha coscienza ed ha gli agganci)
  6. Lottare per creare un modello economico alternativo. Combattere contro questo sistema economico e inventarsi qualcosa di nuovo, migliore e più equo. (ipotesi no-global)
Sono decisamente a favore dell'ultima opzione... ma nel frattempo ho optato per l'opzione numero 4... Héctor si spinge ad affermare che le opzioni 1 e 5 sono contrarie ai suoi principi, e voi tra che ipotesi vi state dibattendo?
Hector al lavoro
Héctor al lavoro per Technorati Japan
Non fraintendetemi, non penso assolutamente che sia una questione di soldi, piuttosto di soddisfazioni: a volte un'occasione interessante può essere a portata di mano e basta un briciolo di coraggio per coglierla. O forse mi sbaglio ed è solo questione di fortuna e di casualità.
In realtà, anche a parità di stipendio, se avessi dovuto scegliere tra un lavoro a Firenze e venire qui al CERN avrei comunque fatto la stessa scelta. La differenza sta nell'ambiente internazionale, che comunque apre la mente e permette di imparare cose nuove (ad esempio cosa vuol dire unglaublich o das Schloss ist geschlossen) e la possibilità di lavorare in un centro dove - nonostante tutto - la ricerca si fa davvero. Ricerca pura, come la ricerca del cervello perduto di Rutelli. Speriamo con risultati più concreti...

06 maggio 2006

Ricetta per fare un eroe

«Sono scosso, profondamente addolorato. Desidero esprimere ai familiari e ai parenti dei nostri due alpini il mio più profondo cordoglio. Tutti i milanesi si stringono idealmente intorno alle bare di questi nuovi eroi della pace»
(Gabriele Albertini)
Manuel Fiorito, 13 febbraio 1979-5 maggio 2006
Manuel Fiorito, 13 febbraio 1979-5 maggio 2006
RICETTA PER FARE UN EROE
(Reinaldo Ferreira)

Prendere un uomo
fatto di niente, come noi,
e di grandezza naturale.
Impregnargli la carne,
lentamente,

D'una certezza acuta, irrazionale,
intensa come l'odio o la fame.
Poi, quasi alla fine,
agitare uno stendardo
e suonare una tromba...

Si serve morto.

Receita para fazer um herói

Tome-se um homem,
Feito de nada, como nós,
E em tamanho natural.
Embeba-se-lhe a carne,
Lentamente,

De uma certeza aguda, irracional,
Intensa como o ódio ou como a fome.
Depois, perto do fim,
Agite-se um pendão
E toque-se um clarim...

Serve-se morto
(Traduzione dal portoghese di Riccardo Venturi)

PS: Mi fanno notare che da questo post si potrebbe dedurre che io accusi il povero Manuel Fiorito di essere "impregnato di odio".
La poesia però dice di una certezza acuta, irrazionale INTENSA COME l'odio o COME la fame. L'eroe della poesia non è quindi stato impregnato d'odio, ma di una certezza irrazionale. La certezza irrazionale è che esistano le "missioni di pace militari". E di questa certezza irrazionale chi decide di arruolarsi come volontario è certamente, in buona fede, impregnato. La colpa non è da imputare a lui ma, continuando con la metafora, ai cuochi!

01 maggio 2006

Metallaro generico di alta statura

West Memphis, Arkansas, maggio 1993. I corpi di tre bambini orridamente mutilati e uccisi vengono ritrovati in un bosco sulle Robin Hood Hills. La cittadina di provincia è sconvolta dall'accaduto, anche i poliziotti accorsi sul luogo del delitto sembrano totalmente impreparati ad una scena del genere, tanto che non viene scattata neanche una foto mentre sul posto accorrono frotte di curiosi e la notizia corre veloce di bocca in bocca monopolizzando l'attenzione del paese.

Il crimine è subito catalogato come "di chiaro stampo satanico", in un delitto tanto efferato il diavolo non può certo essere estraneo. Passa meno di un mese e i giornali annunciano che i colpevoli sono stati individuati.

Damien Echols, un diciottenne appassionato di heavy metal, è accusato di essere il capo del gruppo di assassini. Sarebbe stato incastrato dalla confessione del suo "compagno di merende", Jessie Misskelley, diciassette anni e - detto in modo poco politically correct - minorato mentale. La cronaca riporta anche l'IQ (quoziente intellettivo) del poveraccio, 72: solo 19 punti meno di quello del presidente George W. Bush.

La confessione di Jessie, che alla fine della giornata ritratterà tutto (ma è troppo tardi), viene registrata dagli investigatori su audiocassetta. Dichiara di aver fatto da spettatore mentre l'altro uccideva i tre bambini con l'aiuto di un tale Jason Beldwin. Pare che gli sceriffi si premurassero di premere il tasto STOP ogni volta che passavano alle maniere forti. Dodici ore di interrogatorio, quarantasei minuti di registrazione.

Damien Echols
Damien Echols
Sulla base della confessione di Misskelley, Echols e Jason Beldwin vengono arrestati il 3 giugno 1993. La soddisfazione in paese è palpabile. Soprattutto Damien era malvisto nella periferia americana tradizionalista e cristiana fondamentalista: capelli lunghissimi, sempre vestito di pelle nera anche d'estate, amante della musica metal e dei romanzi horror, su di lui giravano le voci più disparate. Si sarebbe addirittura professato pagano, forse un modo di ricercare le radici viste le sue origini pellerossa. La polizia irrompe nella cameretta del diciottenne e trova delle prove inconfutabili: numerosi romanzi horror di Stephen King, vari cd metal, un diario nel quale sono riportate odi di Shakespeare e i testi dei Metallica! Quante persone del genere conoscete, magari nella vostra cerchia di amici?

Il 19 maggio 1994 Damien è condannato alla pena capitale, gli altri due al carcere a vita.

Alcuni anni dopo due registi indipendenti, accorsi sul posto per girare un film su un crimine che aveva scosso l'intera opinione pubblica statunitense, fanno alcune indagini sul campo. In poco tempo diventano strenui difensori dell'innocenza dei West Memphis Three, come vengono chiamati, e girano un documentario, Paradise Lost: The Child Murders at Robin Hood Hills, che riporta il caso all'attenzione generale sollevando dubbi inquietanti. Vari cantanti (non solo metal) cominciano ad indossare durante i concerti magliette che proclamano "Free The West Mepmhis 3", tra loro Queen Of The Stone Age, Nashville Pussy, Slipknot, Metallica, Black Flag, Joe Strummer, Eddie Vedder dei Pearl Jam. Al caso viene dedicato un sito che segue la vicenda giudiziaria.

Nel braccio della morte Damien Echols scrive poesie:
Ragazzine adolescenti
senza esperienza della vita
e ragazzini che
si fanno chiamare punk
sono sulla mia radio
a cantare di
quanto dolore hanno sopportato
e quanto dure
sono le loro vite
Dopo tredici anni di prigione, Damien ha coronato un piccolo sogno: è coautore di un testo di una canzone dell'ultimo album dei Pearl Jam, una canzone contro la guerra che si intitola Army Reserve. Andando a cercare chi diavolo fosse questo D. Echols che firmava il testo insieme a Eddie Vedder, ho scoperto oggi la sua storia. Credo che avrebbe preferito rimanere un oscuro e generico metallaro dell'Arkansas. Magari adesso ascolterebbe Bon Jovi.