Il bellissimo album La découverte ou l'ignorance del gruppo bretone Tri Yann si conclude con la lettura con sottofondo musicale di uno scritto del giornalista Morvan Lebesque.
Un brano che - con le dovute differenze - può essere valido per altre realtà autonomiste, dalla Catalogna alla Corsica, dal Paese Basco alla Sardegna.
Certo, è importante salvaguardare la propria identità, senza mai però diventare uno di quei beati imbecilli che sono nati da qualche parte.
La foto proviene dalla East Side Gallery sul muro di Berlino!
Il bretone è la mia lingua materna? No. Sono nato a Nantes dove non lo si parla. Sono quindi bretone? Veramente, credo di sì. Ma di razza pura? Che ne so e cosa importa?
Separatista? Autonomista? Regionalista? Sì e no... differente. Ma allora non mi seguite più. Cos'è che chiamiamo essere bretone? E prima di tutto, perché esserlo?
Francese di stato civile, ho un nome francese. Assumo in ogni momento la mia situazione di francese. La mia appartenenza alla Bretagna non è, al contrario, che una qualità facoltativa che posso perfettamente rinnegare o misconoscere.
D'altra parte l'ho fatto: ho ignorato a lungo di essere bretone...
Francese senza problema, mi tocca dunque vivere la Bretagna in più e per meglio dire in coscienza.
Se perdo questa coscienza la Bretagna cessa di essere in me.
Se tutti i bretoni la perdono, la Bretagna cessa assolutamente di essere.
La Bretagna non ha documenti. Non esiste che per il fatto che ad ogni generazione degli uomini si riconoscono bretoni.
In questo momento, dei bambini nascono in Bretagna. Saranno bretoni? Nessuno lo sa
A ciascuno, quando sarà adulto, LA SCOPERTA O L'IGNORANZA!
1 commento:
Penso che non ci sia un brano così bello, sono un appassionato delle musiche popolari e ritrovo questa sensazione in tanti gruppi che mantengono epropongono musicalmente le loro tradizioni. Ci preoccupiamo dei migranti e degli sbarchi di clandestini, ma a questo punto ognuno di noi è clandestino nella sua terra.
Posta un commento