28 ottobre 2007

Amoureux et amants

Mi piace pensare che questi due classici della canzone francese siano in qualche modo legati. Sono due canzoni diversissime, che riflettono il carattere dei loro autori: irriverente e ironico Brassens, melodico e struggente Brel.
Ma sarebbe bello se gli innamorati della prima canzone si ritrovassero ad essere dopo trent'anni i protagonisti della seconda. Quel benessere sicuro che sognano i giovani innamorati non è molto diverso dalla vita della famiglia borghese che si scandalizza ipocritamente quando li incrocia, ma sarebbe un peccato che finisse così, perché, come dice Brel, non c'è trappola peggiore che vivere in pace per degli amanti, amarsi con monotonia.

GLI INNAMORATI DELLE PANCHINE
(Les amoureux des bancs publics)
Georges Brassens 1954
Georges Brassens
La gente che vede di traverso
pensa che le panchine verdi
che si vedono sui marciapiedi
siano fatte per gli invalidi o per gli obesi
Ma questa è un'assurdità
ché in verità
son là, com'è ben noto
per accogliere qualche volta gli amori debuttanti

Gli innamorati che si sbaciucchiano sulle panchine
fregandosene degli sguardi obliqui
dei passanti onesti
Gli innamorati che si sbaciucchiano sulle panchine
dicendosi dei "Ti amo" patetici
hanno dei visini così simpatici
Les Amoureux des bancs publics
Si tengono per la mano
parlano del domani
della carta da parati azzurra
che rivestirà i muri della loro camera da letto
Si vedono già dolcemente
Lei a cucire, lui a fumare
In un benessere sicuro
e a scegliere il nome del loro primo bambino

Quando la sacra famiglia Tal dei Tali
incrocia sul suo cammino
due di questi screanzati
li squadra severamente con propositi velenosi
Ciò non impedisce che tutta la famiglia
Il padre, la madre, la figlia,
il figlio, lo spirito santo
vorrebbe qualche volta potersi comportare come loro

Quando i mesi saranno passati,
quando saranno appassiti
i loro bei sogni fiammanti
quando il loro cielo si coprirà di grandi nuvole pesanti
S'accorgeranno emozionati
che è al rischio delle strade
su una di quelle famose panchine
che han vissuto il miglior momento del loro amore

LA CANZONE DEI VECCHI AMANTI
(La chanson des vieux amants)
Jacques Brel 1967
Jacques Brel
Sicuro ci furono dei temporali
Vent'anni d'amore, è l'amore folle
Mille volte hai preso le valigie
Mille volte ho preso il volo
Ed ogni mobile si ricorda
In questa stanza senza culla
le schegge delle vecchie tempeste
Più nulla assomigliava a nulla
Avevi perduto il gusto dell'acqua
Ed io quello della conquista

Ma mio amore
Mio dolce mio tenero, meraviglioso amore
Dall'alba chiara fino alla fine del giorno
Ti amo ancora sai ti amo

Io so tutti i tuoi sortilegi
Tu sai tutti i mei incantesimi
Mi hai tenuto di tranello in tranello
Ti ho perduto di quando in quando
Certo, hai preso qualche amante
bisognava pur passare il tempo
bisogna pure che il corpo esulti
Ma alla fine, alla fine
ce n'è voluto di talento
per invecchiare senza essere adulti

Mio amore
Mio dolce mio tenero, meraviglioso amore
Dall'alba chiara fino alla fine del giorno
Ti amo ancora sai ti amo

E più che il tempo ci fa seguito
E più il tempo ci dà tormento
Ma non c'è trappola peggiore
Che vivere in pace per degli amanti
Certo tu piangi un po' meno presto
io mi dispero un po' più tardi
proteggiamo meno i nostri misteri
si lascia meno fare al caso
ci fidiamo meno della corrente
ma è sempre la stessa dolce guerra

Mio amore
Mio dolce mio tenero, meraviglioso amore
Dall'alba chiara fino alla fine del giorno
Ti amo ancora sai ti amo

2 commenti:

Pierangelo ha detto...

Brassens è un personaggio intrigantissimo. Splendidi i versi di Brel.

Dal punto di vista musicale, canzoni a mio parere troppo piene di parole a scioglilingua, ma monotone da ascoltare. Non so se ti è capitato di ascoltare l'autoradio in Francia: si rischia il colpo di sonno da un momento all'altro.

Ti ho citato e commentato qui.

Maso ha detto...

Ciao, si e' vero che Brel e' molto ma molto melodico e dopo un po' il colpo di sonno puo' partire. Ma visto il livello del pop rock francese che ci propinano le radio (io vivo a Ginevra) un po' di chansonniers alla radio li ascolterei volentieri. Avevano un grande gruppo rock in Francia, i Noir Desir, peccato che il cantante sia diventato un assassino...

Della canzone di Brassens comunque esiste anche una bellissima versione firmata di Daniele Sepe che la trasforma in un valzer jazzato con tanto di citazioni della melodia del Dr. Zivago... assolutamente da ascoltare!