26 aprile 2009

An American Tune

Bruce Springsteen ha recentemente affermato di aver passato gran parte della sua carriera di musicista a "misurare la distanza tra il sogno americano e la realtà americana". Anche questa bellissima canzone di Paul Simon, scritta nel 1973 all'indomani della rielezione di Nixon, cerca di fare i conti con questa distanza, forse incolmabile.

Molte sono le volte che mi sono sbagliato
E molte volte mi sono ritrovato disorientato
Sì, e spesso mi sono sentito abbandonato
e sicuramente maltrattato
Ma va tutto bene, tutto bene
Sono solo stanco fin nelle ossa
Tuttavia, non ti aspetti di essere
brillante e bon vivant
Così lontano da casa
Così lontano da casa

E non conosco un'anima che non sia stata colpita
Non ho un amico che si senta a suo agio
Non conosco un sogno che non sia stato infranto
oppure messo in ginocchio
Ma va tutto bene, tutto bene
Abbiamo vissuto così bene così a lungo
Certo, quando penso alla strada
che stiamo percorrendo
Mi domando cos'è andato storto
Non posso farne a meno
mi domando cos'è andato storto

E ho sognato di morire
E ho sognato che la mia anima si sollevasse
inaspettatamente
E guardando in basso verso di me
sorridesse riassicurante
E ho sognato di volare
E da lassù in alto potevo vedere chiaramente
la Statua della Libertà
che navigava via sul mare
E ho sognato di volare

Veniamo sulla nave che chiamano Mayflower
Veniamo sulla nave che salpò per la Luna
Arriviamo nei momenti più incerti
e cantiamo una melodia americana
Ma va tutto bene, tutto bene
Non si può essere sempre baciati dalla fortuna
Però domani sarà un altro giorno di lavoro
E sto solo cercando di riposarmi un po'
questo è tutto, sto solo cercando di riposarmi un po'



La bellissima melodia di questa canzone non è per niente americana, infatti è ripresa dalla Passione secondo Matteo di Bach. Ma anche Bach l'aveva copiata, dal compositore barocco Hans Leo Assler, e quest'ultimo chissà da chi...

22 aprile 2009

Powers & Supplies: 9. Chi ha ucciso Fernanda Pereira?

"Ho cominciato a scrivere nel marzo '78, mosso da un'idea seminale.
Avevo voglia di avvelenare un monaco."
(Umberto Eco, a proposito de Il nome della rosa)

"Conosce Twin Peaks, ispettore?"
"Sta parlando del telefilm degli anni '90?"
"Proprio quello. E lo sa qual è la chiave di Twin Peaks?"
"No la prego... non mi sveli chi ha ucciso Laura Palmer!"
"Laura Palmer no... ma forse posso dirle chi ha ucciso Fernanda Pereira. La chiave per capire Twin Peaks sono i doppi. Come le montagne gemelle che danno il nome al villaggio, Laura e la cugina quasi identica, le due metà della medaglia a forma di cuore... e un assassino con una doppia personalità!"
"Per favore non mi dica chi è l'assassino. Ancora non ho finito di vedere la prima serie!"
"L'assassino è lei, ispettore. Non di Laura Palmer, naturalmente. Della signora Pereira. Voglio dire non precisamente Laurent Varrin, ma una sua doppia personalità. Come ad ogni particella di materia corrisponde un'altra identica ma di carica opposta, anche lei ha un suo doppio. Una sorta di anti-Varrin. Era lui che poco fa cercava di disseminare prove schiaccianti contro questo povero ragazzo innocente. Il suo ego oscilla come un neutrino tra le due personalità e il vero Varrin si è ritrovato a indagare su un delitto commesso da lui stesso!"
"Sta scherzando...", cominciò Varrin, ma in quel momento qualcos'altro prese il controllo del suo corpo e gli fece contrarre la bocca in un'orribile smorfia. L'anti-Varrin non pensò certo a presentarsi, ma dato che per comodità un nome dobbiamo pur darglielo, lo chiameremo Hannibal Higgs.

Hannibal Higgs montò sul furgoncino del CERN e partì a tutta velocità per dirigersi verso l'entrata B. Osservò l'ago del tachimetro, che sfiorava i cento chilometri orari. All'incrocio tra route Einstein e route Pauli svoltò a sinistra a tutta velocità, senza curarsi dello stop. Un altro camioncino stava procedendo in direzione opposta. Lo scontro fu inevitabile. La vettura di Hannibal si ribaltò su un fianco.

Incidente rue Pauli

Dall'altra macchina scese, spaventatissima, Irene. Nelle situazioni difficili di solito reagiva mettendosi a ridere in maniera incontrollata. A dire il vero le succedeva spesso di mettersi a ridere fragorosamente, e non solo nelle situazioni difficili. "Lo siento, lo siento muchissimo..." riuscì a scusarsi tra le risate, "Je suis désolée... I'm sorry... è che ho preso la patente in America ed ancora con queste marce non..."

Varrin/Hannibal non la degnò di uno sguardo e si allontanò di corsa. Uscito dal CERN, attraversò la strada. Dall'altra parte si trovava l'accesso alla caverna di ATLAS.
Un'inspiegabile irrazionalità spinge i protagonisti di alcuni film americani di serie B a fuggire verso i piani alti dei grattacieli, che immancabilmente diventano teatro di spettacolari inseguimenti e sparatorie. Per lo stesso motivo, il mostro si diresse verso l'ascensore che permetteva l'accesso alla caverna. Cento metri più in basso un imponente rivelatore era (quasi) pronto ad esplorare i segreti più intimi della materia.

Il professor Garrigs, seguito da Konrad Reinhard e colleghi, raggiunse la caverna di ATLAS. La scena che gli si presentò costituiva un serio problema di safety. L'ispettor Varrin, ancora completamente posseduto da Hannibal, si era arrampicato sull'end-cap del rivelatore.
"Si fermi Varrin!" gridò il professore
"L'ho fatto per vendicare tutti quelli che non riuscivano a trovare casa, che aspettavano settimane per avere una risposta da queste maledette agenzie. Ha avuto solo quello che si merita!"
"Ma la colpa è del sistema, non di una singola agente immobiliare..."

L'obiezione del professore non ebbe risposta. Hannibal si buttò nel vuoto, rimbalzò su un impalcatura, trascinò con sé la beam pipe proprio quando l'installazione poteva dirsi completata, e si sfracellò al suolo.

"Non può finire così", disse Giovanni Nepero, "è una storia senza senso."
E forse aveva ragione. Non c'era un senso, ma solo un'idea seminale. La voglia di uccidere un'agente immobiliare ginevrina.

(9 - fine)


Per chi volesse si può anche scaricare il "romanzo" completo in un unico file PDF